martedì 13 marzo 2012

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E' uno di quei giorni che...

No, la malinconia non c'entra niente. La malinconia, la tristezza, il rimpianto, sono sempre parti di te. Non cose buone, vero, ma neppure così cattive. Sono ricordi di te, della tua vita, cose che ti tengono legato al mondo. Sono amare e dolci. Ne farei volentieri a meno ma, quando vengono, le accolgo come vecchie amiche. Sono _me_, per certi versi.

No, dicevo, oggi è uno di quei giorni che quello che ti insegue non è il ricordo, è il cavaliere della paura.
Paura.

La paura non sei tu, è qualcosa che si è seduto nella tua testa. Qualcosa _d'altro_.

Non sono i tuoi ricordi, o tuoi rimpianti, o le tue malinconie. Sono ricordi di altri, che non hai conosciuto e che non potrai mai conoscere.

Guardi una vecchia casa, col suo cortile di ghiaia, e senti, senti davvero, i bambini che ci giocavano a biglie, bambini che ora sono magari vecchi, magari morti, e che tu non conoscerai mai. Che volevano essere qualcosa, e che son diventati tutt'altro, ma non saprai mai nè la prima nè la seconda cosa.

E provi paura.

Paura, per questi sconosciuti che ti si infilano nella testa, perchè sono fuori posto, perchè la tua testa non è dove dovrebbero stare.

Perchè il segno che hanno lasciato nei luoghi, i loro fantasmi, non hanno nulla a che fare con te.

Perchè è già così difficile tenersi assieme, che non c'è nessun bisogno dei ricordi di altri che ti invadono la mente.

E' come quando viaggi in treno, e guardi fuori dal finestrino. Ville, case vecchie, campagne, condomini, posti dove la gente vive e ha vissuto, vite e gente che tu non conoscerai mai. E allora, cosa cazzo ci stanno a fare, nella mia testa? E perchè questo mi fa male?

Fantasmi, fantasmi di gente vissuta e morta, in ogni luogo dove posi l'occhio. E ti gridano nella mente la loro vita vuota, i loro momenti di gioia e di disperazione. E tu ti perdi, non sai più chi sei. Alzi muri, muri di quotidianità, metti la sveglia, ti lavi, vai al lavoro, cerchi di non sentire. A volte funziona. Ma cazzo se gridano, certi giorni.

Ti basta, a volte, una crepa in un pavimento di cemento per farti immaginare che quella che tu vedi oggi per la prima volta è stata importante, magari, per un bimbo di trent'anni fa. Una storia che tu non conoscerai mai. Cosa c'è di male? Nulla. Solo che vorrei che quel bimbo che non ho conosciuto e che non potrò mai conoscere _uscisse_ dalla mia testa.

E poi le cose cambiano, finiscono. Dove fino a ieri c'erano fantasmi, ora c'è magari un centro commerciale. Che non uccide i fantasmi, non li rende meno paurosi. Solo, leva un altro po' di colore al mondo. La paura non se ne va. Ma tutto diventa un po' più grigio, un po' più brutto.

Oh beh, porteremo anche questo giorno a sera, e domani andrà meglio. Ci sono cose belle nel mondo. E il cavaliere della paura può vincermi solo se io mi arrendo. E io _non_ mi arrendo.

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