martedì 13 marzo 2012

48

Una vecchia cammina nel bosco, sul sentiero. Un'arcata di faggi rossi sopra la testa, il sole al tramonto che l'attraversa d'infilata, rosso, dritto negli occhi. La cesta in mano, qualche fungo, capelli bianchi, pochi, legati alla nuca, grembiule ricamato sopra la gonna nera. Un bastone di frassino, e le dita che sembrano radici abbarbicate sopra. Spezzate, crepate, vecchie.

Quello è il posto da cui passa tutti i giorni. Quello è il posto dove il suo amore, una vita prima, è morto. In autunno. E in quel momento il sole si spegne dietro la montagna.

E in quel momento c'è lui, compare lui, seduto sul sasso su cui sedeva, di fianco al sentiero. Fra l'abbaglio del sole e l'improvvisa oscurità, però c'è.

Seduto proprio lì, nel bosco in cui è morto, a sedici anni, splendente com'era a sedici anni.

Alza gli, gli occhi azzurri sotto la frangia scura dei capelli. E la guarda.

E sono i suoi occhi, gli occhi dell'amore dei suoi sedici anni. Uguali, proprio gli stessi.

E le dice:
"Chi sei, vecchia?"

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