martedì 13 marzo 2012

23

E certi giorni i pensieri vorticano come i peli del cazzo nello scarico della vasca da bagno. Vorticano attorno a un centro, dal quale non riesci a staccarti. A staccarli. Non voli sulle ali del lupo, non ragioni gelido come cristallo di rocca, non sei tempesta di vento, non sei arguto e cinico, non succhi il dolore altrui per benedirti.

Pensi, ma neanche, qualcosa dentro te pensa. Con un solo centro, un attrattore strano, direbbero i matematici. Tutto ci gira intorno, a caso, ma tutto prima o poi finisce lì.

E non è neanche male. Qualcosa da pensare rimane un'ancora. Qualcosa da immaginare ti tiene qui.

Ma essere troppo stanchi non fa bene.

Essere troppo stanchi porta a inventarsi cose. Cose impossibili, come gli elfi nel bosco. Come il terrore della casa quadrata e banale. Come gli alberi che si spostano per un fulmine. Come la strada che scivola di lato in galleria. Come le coltivatrici di herpes. Come i fiori gialli a tredici sotto zero. Come le montagne che si spostano se guardi in sù. Come i giardini di rose di re Laurino.

Sono stufo, _stufo_, delle cose che entrano di prepotenza nella mia testa.
Perlomeno, sono stufo di quasi tutte. Fossi stufo di tutte, proprio di tutte, non potrei più raccontarmi bugie, no?

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