martedì 13 marzo 2012

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Ho visto le menti migliori della mia generazione...

Ohi! E' sempre un buon incipit.

No, non le ho viste. Ho sbirciato quel che potevo nelle menti di quelli che conoscevo, della mia generazione. E alcune, di quelle menti, mi sono
sembrate più belle di altre. Questo per mettere i puntini sulle i.
Alcune mi sembravano davvero menti migliori, qualunque significato possa avere questo aggettivo.

Poi, è passato il tempo.

Siamo appassiti, tutti quanti. No, non proprio tutti. C'è chi è morto per tempo. Vero. Eroina, perlopiù, ma anche suicidio, o infarto. Poco
cambia.

Quelli sono rimasti, nel ricordo, turgidi, gonfi di futuro, splendenti. Splendenti proprio com'erano.

Ma dov'è lo splendore, il futuro, in noi che siamo rimasti?

Il futuro è ora, e ora siamo nulla.

Certo, certo, non è che tutti i tuoi amici d'infanzia possano diventare personaggi famosi solo perchè tu ne eri convinto a dieci, o a venti,
anni. La vita è vita, va come vuole, e non è che si possa prevedere un granchè. Ma non capisco perchè sia così necessario che la poesia, la
grandezza, lo splendore, scompaia dalla gente appena la gente si trova davanti la via di minore resistenza. E ci si adegua. Come un torrente
tintinnante diventa un fiume lento e fangoso.

Voglio dire, una volta eravamo grandi _davvero_!
Lo giuro, lo eravamo.

Com'è che siamo diventati tutti ragionieri? Quando è successo?

O non sarà invece che sono io, a vedere stracci bigi dove invece ci sono ancora armature sontuose, anche se non più così scintillanti?

Ma, se così fosse, come mai vedo scintillare, anche ora, le armature dei giovani, dei giovani che noi eravamo, e che loro adesso sono, mentre
vedo le menti migliori della mia generazione vestite di grigio che ciarlano del loro falso incidente?

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