martedì 13 marzo 2012

18

Uf. La gente. Le passanti di Brassens. O gli ubriachi di Pinè. Fra cui io, ovvio.

La gente. Colori, umori, odori. La rabbia della balla di ieri sera, la collana di corallo, il sudore avvelenato dalla paura.

O magari i sorrisi sinceri, l'innocenza nei modi. Quasi mai, a dire il vero, se non nei cani o nei bambini.

E il temporale che romba in testa, mentre esibisci i denti, mentre porgi parole inzuccherate, mentre vorresti _uccidere_ e invece ti relazioni, cazzo, ti relazioni, che è un verbo che non dovrebbe neppure esistere, eppure lo sto scrivendo, qui, nel privato di un blog privato, a dargli sostanza e realtà.

Siamo finti, ecco. Tutto qui. O, almeno, io sono finto, voi non so, ma non ho motivo di credere che per voi sia diverso.

Vorrei uccidere, a morsi, o con un bastone. E invece sorrido e faccio conversazione. E faccio anche rima. Non è bello, questo?

Merda.

Nessun commento:

Posta un commento