mercoledì 25 luglio 2012

63


Perché, perché tu sbalzi una figura da una placca d’oro. Non so neanche se si possa. Magari bisogna fonderla e plasmarla, non lo so. Ma non importa. Tu la dipingi a sbalzo,  sul tuo oro, la tua persona. Fingiamo che sia così. Solo che l’oro è tuo, e la persona non è vera, è la tua persona. Non c’entra niente con la persona vera. L’agnello d’oro. Quello che ti immagini, quello che sarebbe bello che fosse, quello che, inevitabilmente, non è.

No, non mi chiedo se ci sia un limite all’autoinganno, perché non c’è, com’è ovvio. Quello che mi chiedo, dio lupo, è quante notti ancora. Quante lunghe notti ancora. Quanto vento nero fra gli abeti, ancora.

Quando ti amavo, eri bella, per me. E questo è tutto.

domenica 15 luglio 2012

62


Due pulcini di scricciolo. Due. Grandi come un’unghia del pollice. E morti, uno ieri sera e uno questa mattina, caduti dal nido sulla porta di casa mia.

Quale dio di merda, eh? Quale dio di merda, e perché? Cosa cazzo gli aveva fatto lo scricciolo, o cosa gli ho fatto io, al dio, perché uccidesse i pulcini? E, se proprio doveva ucciderli, c’era bisogno che io li vedessi? C’era proprio bisogno?

Fanculo, dio di merda.

venerdì 6 luglio 2012

61


Un nemico leale. E’ tutto quello che ti serve per vincere. Se vuoi vincere.

E anche, sulla stessa linea d’onda, se qualcuno ti dice che devi fare solo quello che ti senti di fare, tieni presente che il giudice, poi, non la considera un’attenuante.