martedì 13 marzo 2012

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L'orso. Ohi, è grosso! Pieno di peli, cattivo e feroce. Magari le zecche se le mangia, ma le pulci saltano. E non trova, lui, ma solo lui, di avere un cattivo odore, e comunque l'odore ce l'ha. Parecchio, ce n'ha.

L'orso. L'orso è marrone, e grosso. Imprevedibile. Non ha espressioni, non comunica. Animali solitari, non sociali. Voglio dire, non ha motivo di far vedere a nessuno quel che pensa, per via che sono solo cazzi suoi. Se non ti porta vantaggio che gli altri prevedano i tuoi comportamenti non c'è motivo di dichiararli, e se sei fuori dal sociale, se sei solo contro tutti, no, non ti porta vantaggio che gli altri prevedano. E' semplice, in sè: ti chiami fuori dall'esperimento, guardi, usi, te ne fotti, o non te ne fotti per nulla, soffri e godi, decidi e tagli, vivi non da re, ma da anarchico. Tu decidi per te, e tu decidi per gli altri, almeno per quel tanto che interagiscono con te.
Con bontà e giustizia? Forse. Sai com'è, se parli solo con te stesso, è possibile (cazzo! non certo. solo possibile!) che a forza di parlare da solo tu ti convinca di stronzate, come se tu fossi il venditore di folletto di te stesso. Possibile. Solo possibile, mica certo. Ma va bene. Se tu pensi una cosa, se tu pensi _davvero_ una cosa, son cazzi, se ti convinci che è sbagliata solo perchè te lo dicono gli altri. Chi saresti, allora? I desiderata del prossimo? Vorresti davvero essere quello che il primo coglione che passa _gradirebbe_ che tu fossi?

Che è poi quello che tendiamo a fare, tutti. Ma _tendiamo_ a farlo, cioè non necessariamente lo facciamo. Tendiamo ad essere graditi. Vero, e vergognoso. Abbiamo bisogno di coccole, come i cani, esempio non esattamente casuale di animale sociale.

Ma l'orso, dicevo, l'orso è asociale, l'orso è grosso e spaventoso. Il problema non è se lo vedi grande e spaventoso, no, quella è una cazzata. Scappi, o gli spari. Si risolve, e ci si fa anche uno stufato, a volte (è buono, l'orso, dicono).

Il problema è quando, dietro alle zanne e agli artigli, vedi il batuffolo di peli con gli occhi spalancati su un mondo impossibile, vedi il cucciolo, vedi ciò che era. E non sei più capace di sparare.

E lui ti mangia.

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