martedì 13 marzo 2012

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I coltelli. I coltelli tagliano. Sono _fatti_ per tagliare.

Sera.

Giornata di merda, nel momento sbagliato della vita. Ma non rischi, no, sei ancora responsabile. E' una sera da bere, è una sera da bere parecchio, ma non lo fai in giro per il mondo.

Non lo fai perchè un anno senza patente sarebbe, semplicemente, il colpo di grazia. Niente appigli per poter risalire.

Bevi, vero, ma nel bar a duecento metri da casa tua. Solo una strada, per arrivarci, e non arriva da nessun'altra parte. Sembra sicuro. Strada in salita, al ritorno, ecco perchè la macchina.

Ci sono un paio di famiglie di nordafricani, all'inizio della strada. Con una decina, beh, no, saranno cinque o sei, di cloni come figli. Voglio dire, un metro scarso, tutti esattamente uguali (o indistinguibili per me, sarà l'etilismo), tutti montati su biciclette da puffi, che sbucano, ridendo, a tutta velocità, da ogni dove. Si rincorrono, giocano, sono bellissimi.
Il primo lo schivo, freno, mi fermo, il secondo mi schiva lui, il terzo mi arriva contro la portiera. E, beh, siamo in un paese, c'è sempre qualcuno che passa la vita guardando dalla finestra. Quei visi appassiti, o larghi da rospo, quei visi che vedi solo appesi là, a metà altezza di una casa. Quei visi che non hanno una persona dietro.

Forse solo il tempo di scendere, disperato, dalla macchina e inginocchiarmi vicino al bimbo, e sono già lì, i carabinieri.

Documenti, alcoltest. Solo poi, ambulanza. Stronzi. Ma l'ho già visto, ai tempi dei miei amici e dell'ero. _Prima_ la polizia, _poi_ l'ambulanza, per via che tossici e nordafricani non è che ci dispiaccia se muoiono, mentre invece le statistiche sugli arresti a qualcosa servono.

Fra la prima soffiata e la seconda, mi vien da chiedermi cosa esattamente ho da perdere.

L'opinel si apre con due mani, con una e in tasca è difficile, ma tanto nessuno mi sta guardando. E nessuno si aspetta niente.

Il manico contro il palmo, la lama appoggiata di rovescio al polso. Due, leggeri, movimenti, due gole tagliate.

Cosa faccio adesso? Niente.

Cioè, non è vero. Non è vero che non faccio niente. Torno ad inginocchiarmi, e a cercare di consolare il bambino che piange. Mi inginocchio in tutto quel sangue. E si fottano i pantaloni.

I coltelli sono _fatti_ per tagliare.

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