venerdì 31 agosto 2012

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Le ali della notte. Forse ne ho già parlato. Ma le penne hanno uncini, barbigli, che le legano fra loro, in modo che non possano frusciare, in modo che l’assassino sia perfettamente silenzioso. A seconda del punto di vista, meraviglia o terrore.

Neve. Neve vecchia, poca, e gelata, sulla brughiera, nella notte di luna. Corri, e le ali della notte ti arrivano addosso, da dietro. L’artiglio, il destro, ti pianta le sue tre unghie nella schiena. Quella centrale entra appena a destra della spina dorsale, poco sopra le anche. L’altra unghia, di destra, ti sbaglia di poco un rene, quella di sinistra ti centra l’altro. E poi su, vieni strappato, urlante, dal mondo. Ma per poco, perché le ali ti lasciano quasi subito. Ti lasciano schiantarti sulle rocce. Le costole si frantumano con un rumore di pop corn, e le ali ritornano, una zampa nella schiena, l’altra nella spalla. Unghie piantate profonde. E il becco ti rompe il collo.

E adesso dimmi, nel minuto o giù di lì che passa prima che il tuo cervello si spenga, dov’era il senso? Dove il significato? In altri termini, perché correvi?

giovedì 16 agosto 2012

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Il concetto mi sembra semplice. Vero, mi sembra semplice perché sono vecchio, e perché ho difficoltà nell’accettare non necessariamente il _mio_ essere vecchio (uh, non è che mi piaccia, ma è, e quindi…), ma l’essere vecchio del mondo.

Capiamoci. Il mondo non è vecchio, né invecchia, non è questo il punto. Il punto è la percezione.  Le cose cambiano, il bosco cambia, la tua faccia nello specchio cambia, la gente che conosci cambia, il mondo diventa diverso. E’ normale, tutto cambia. Alberi che conoscevo vent’anni fa, non ci sono più. Tutto cambia.

E’ solo che certe cose tu le hai in testa, le hai in testa come paracarri di porfido da cinque quintali, piantati profondi nel terreno. E non ti aspetti che cambino. Ovvio, se ci pensi, ovvio, niente resta uguale. Il fatto è che non ci pensi. Te le aspetti uguali.

Sì, dicevo, il concetto semplice… Il concetto semplice è che NON VOGLIO vedere su you tube  Greg Lake  come è adesso. Cioè, e misericordiosamente, non è che si potrebbero stivare le vecchie star della musica ancora in attività in un qualche file protetto, del tipo di you porn se vai a cercare le vecchie che trombano? Voglio dire, non c’è abbastanza malinconia nel mondo, anche senza vedere Greg Lake tentare il traguardo dei centocinquanta chili? Devi per forza levarmi i sogni, cazzo di you tube? Devo vedere le narici esposte di Elis Regina nella bara ogni volta che la digito?

Non so, non so. Magari mi sbaglio, ma questa stronzata su cui digito, ho l’impressione che in cambio della libertà che offre, si mangi il buon gusto. La, come si diceva una volta, decenza.