Ho fatto la zuppa di pollo. L’altro giorno. Neanche male,
cipolle, patate, pollo, panna, origano, salvia, olio d’oliva, e una pacca di
peperoncino, per via che mi piace. Fatta sobbollire per due ore. Vabbè, ma come
sempre ne ho fatta troppa. Ora, ho il vantaggio, vivendo in culo al mondo nei
boschi, che l’umido, per me, non è un problema. Anni fa c’erano le faine, poi è
passata la volpe, poi il cane dei vicini, e innumerevoli topi e arvicole. Tu
metti fuori dalla porta gli avanzi, e la mattina dopo, puf, sono scomparsi. E
se li metti fuori nella padella, hai anche la padella leccata a lucido.
Quest’anno ci sono quattro gatti. La mamma e i tre figli,
bizzarramente dotati, tutti e tre, di metà della coda regolamentare. I gatti,
mi si dice, odiano il peperoncino. (E, oltretutto, non vedo perché un gatto
adulto dovrebbe aver gli enzimi per demolire il lattosio della panna, ma non so
un cazzo di queste cose). Beh, hanno guardato per un po’ la zuppa, l’hanno
leccata, hanno anche assaggiato il pollo, ma non erano molto convinti.
Lungo preambolo per la frase storica J. Questa sera la padella era a
specchio.
Voglio dire, se fuori la notte è nera, e fa freddo, e hai
fame, lo trovi, lo trovi il modo di gestirti un po’ di bruciore al buco del
culo.
Ma anche no, alle volte.
I miei gatti randagi mangiano di tutto. Ogni avanzo se lo sempre puppato alla grande.
RispondiEliminaLa vita da randagio richiede energie, meglio incamerare tutto quanto si possa incamerare.